23 agosto 2006

ritorni...



Alla locanda Almayer ci potevi arrivare a piedi, scendendo per il sentiero che veniva dalla cappella di Saint Amand, ma anche in carrozza, per la strada di Quartel, o su una chiatta, scendendo il fiume.
Il professor Bartleboom ci arrivò per caso.
...
...
Solo, in mezzo alla spiaggia, Bartleboom guardava.
A piedi nudi, i pantaloni arrotolati in su per non bagnarli, un quadernone sotto il braccio e un cappello di lana in testa. Leggermente chinato in avanti, guardava: per terra.
Studiava l'esatto punto in cui l'onda, dopo essersi rotta una decina di metri più in dietro, si allungava...
Con totale abnegazione Bartleboom si calò in un'immobilità senza sentimenti... quasi non respirava... nel cerchio fisso ritagliato dal suo sguardo calò un silenzio irreale, da laboratorio. Era come una trappola, imperturbabile e paziente. Aspettava la sua preda. E la preda, lentamente arrivò. Due scarpe da donna. Alte, ma da donna.
Bartleboom veramente aspettava un'onda. O qualcosa del genere. Alzò lo sguardo e vide una donna, chiusa in un elegante mantello viola.
-Avete perso qualcosa?-
-No sto lavorando.-
-Lavorando?-
-Si, faccio... faccio delle ricerche, sapete, delle ricerche...-
-Conchiglie, licheni, cose del genere?-
-No: Onde-
-E cosa c'è da studiare?-
-Bè, è un punto importante... a volte non ci si fa caso, ma se ci pensate bene lì succede qualcosa di straordinario, di... straordinario.-
-Veramente?-
-Lì finisce il mare.-
Il mare immenso, l'oceano mare, che infinito corre oltre ogni sguardo, l'immane mare onnipotente - c'è un luogo dove finisce, e un istante - l'immenso mare, un luogo piccolissimo e un istante da nulla.

Posata sulla cornice ultima del mondo, a un passo dalla fine del mare, la locanda Almayer lasciava che il buio, anche quella sera, ammutolisse a poco a poco i colori dei suoi muri: e della terra tutta e dell'oceano intero. Pareva - lì così solitaria - come dimenticata. Quasi come se una processione di locande, di ogni genere ed età, fosse passata un giorno da lì, costeggiando il mare, e tra tutte se ne fosse staccata, una, per stanchezza, e lasciatasi sfilare accanto le compagne di viaggio avesse deciso di fermarsi su quell'accento di collina, arrendendosi alla propria debolezza, chinando il capo e aspettando la fine.
Così era la locanda Almayer. Aveva quella bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.